Riclassificazione del bilancio.

La riclassificazione di bilancio è un’operazione contabile che consiste nella riorganizzazione delle voci del conto economico, dello stato patrimoniale e del rendiconto finanziario di un’azienda in modo da fornire una maggiore chiarezza, omogeneità e comprensione della situazione reddituale, patrimoniale e finanziaria della stessa. Può essere eseguita in diverse modalità a seconda delle necessità e degli obiettivi che si vuole raggiungere. Inoltre la riclassificazione di bilancio è imprescindibile per un accurato calcolo degli indici che si basano su margini intermedi non previsti dagli schemi contabili ordinari.
Relativamente alle tipologie di riclassificazione del conto economico quelle maggiormente diffuse sono le seguenti.
  • Riclassificazione a valore aggiunto. Identifica il valore della produzione e il valore aggiunto generato dall’attività dell’azienda. Si applica di norma alle imprese che producono servizi.
  • Riclassificazione a costo del venduto. Identifica il margine lordo industriale, rapporta i ricavi ai costi di produzione e separa le aree gestionali. È utilizzato di norma dalle aziende di produzione.
  • Riclassificazione a margine di contribuzione. Individua i costi fissi e quelli variabili al fine di determinare il break-even point (punto di pareggio) e stimare la variazione dei costi in base alle vendite. È fondamentale per la creazione del budget e per studiare gli scostamenti tenendo presente che la distinzione tra costi fissi e variabili non sempre è semplice e che, in ogni caso, i costi fissi restano tali solo limitatamente a determinati livelli di attività.
Naturalmente è possibile, spesso necessario, creare riclassificazioni specifiche in base alle esigenze dell’impresa o essere frutto di indicazioni ricevute ad hoc da parte di business analyst (che di norma si servono allo scopo di bilancini di verifica e di report appositamente ideati). Sono un esempio i conti economici segmentati, per prodotto, per canale di vendita o per cliente che forniscono margini intermedi di redditività per determinati centri di costo. I costi possono inoltre essere allocati con metodi di margine industriale, full-costing o direct costing.

E’ sempre opportuno distinguere il risultato della gestione ordinaria caratteristica da quella straordinaria e/o extra-caratteristica. La gestione ordinaria (od operativa) rappresenta l’attività principale dell’azienda finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di business.
La gestione straordinaria e/o extra-caratteristica invece comprende tutte le operazioni che non sono strettamente connesse all’attività principale dell’azienda (per esempio le operazioni di acquisizione o cessione di partecipazioni in altre società).

Un consulente aziendale esperto in controllo di gestione può proporre le riclassificazioni più idonee alle esigenze dell’azienda e collaborare con il personale IT ed amministrativo per automatizzare i report con l’ausilio della contabilità analitica.